LA MADONNA DI CARCERI

C'era una volta a Carceri, in mezzo a un incrocio, un'enorme quercia dal tronco cavo su cui era appeso da tempo immemore un quadro della Madonna, a protezione dei viandanti. Quando l'albero morì si decise di sradicare il vecchio tronco per piantare una nuova quercia, che si può vedere ancora oggi, alla quale il quadro Venne riappeso. La Madonna non dovette gradire molto il nuovo fusticello, visto che il mattino successivo il quadro fu trovato a terra.

Si pensò allora che forse una chiesa potesse essere più consona per posizionare la sacra rappresentazione, ma anche questo tentativo non sembrò piacere alla Vergine, visto che il quadro sparì e fu ritrovato alcuni giorni dopo sull'argine del canale. La Madonna di Carceri, in quanto donna, era apparentemente di gusti difficili. Un frate, che le donne sembrava capirle, fece allora realizzare una nicchia sulla torre del paese appositamente per il quadro. Questa soluzione le garbò, visto che l'immagine sacra non si mosse più da lì.
In quello stesso periodo, un giovane della zona se la faceva con una ragazza che si diceva fosse una strega. L'innamorato non si curava delle malelingue di paese, ma non poté non notare come ogni volta, dopo aver salutato l'amata, venisse seguito da un gatto molto insistente. Il giovanotto non doveva essere un'amante dei felini, visto che si procurò un bel bastone nodoso per scacciarlo. Al contrario, al gatto quel ragazzo doveva piacere davvero molto, visto che non si lasciava intimorire dalle sue minacce, anzi, doveva aver inteso il bastone come un nuovo gioco a cui amava appendersi.

Questa storia di amore non corrisposto arrivò al suo apice quando, una sera, il giovane entrò in un'osteria del paese e il gatto decise di entrare con lui. Non sappiamo se il gatto ebbe il tempo di sedersi al bancone e ordinare, ma sta di fatto che il bipede tentò di bastonare il quadrupede, che di tutta risposta lo assalì con ferocia, graffiandogli profondamente il viso. Brutta bestia, la gelosia.

Dopo questa furiosa litigata, il giovane iniziò a sospettare che nelle malelingue di paese un fondo di verità ci potesse essere e smise di andare a visitare la giovane. Questo,
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ahimè, non bastò ad affievolire la gelosia del gatto che continuò imperterrito ad assillare il malcapitato il quale, sfinito, si gettò in ginocchio ai piedi del quadro della Madonna chiedendo di essere liberato dall'ossessionante micio. All'istante il pelo del felino si rizzò e, con gli occhi fuori dalle orbite, fuggì miagolando come se lo stessero massacrando di botte. Da allora il gatto sparì e il ragazzo poté rifarsi una vita con un'altra donzella del paese. La Madonna di Carceri è ancora lì, ad assistere chi invoca la sua protezione.

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tratto da "Misteri e storie insolite di Padova" -Newton Comption editori